Archivio per la categoria ‘Clima’

(ispirato da questo post su “Critica Scientifica“, espandendo un concetto già descritto in un commento su Climate Monitor)

Sto cercando da un po’ di tempo quella (unica?) conseguenza positiva di tutta questa bagarre sui cambiamenti climatici. Gli ultimi sviluppi a livello dei negoziati internazionali significano che chi comanda comanderà di più. In altre notizie i contribuenti europei hanno passato soldi per niente a Big Energy e Big Oil grazie allo ETS, cosa che se fosse successa con Big Pharma, apriti cielo!

Gli americani, senza ETS, hanno dato contributi perniciosi per l’etanolo, affamando mezzo pianeta. Non oso pensare quanti soldi siano stati spesi in ventidue anni di lotte ai cambiamenti climatici, per biglietti aerei, camere d’albergo, sale di riunione, note spese.

Il Terzo Mondo pullula di riforestazioni che hanno finanziato questa o quella mafia, e di piantagioni di palme da olio dove non dovrebbero essere. Milioni sono stati sia convinti a coltivare una disperazione  al limite della depressione per tutto quello che riguardi l’ambiente, nonostante la situazione adesso sia meglio di trenta o quaranta anni fa; sia di odiare visceralmente chiunque faccia domande, tacciato di scetticismo e considerato peggio delle Waffen SS, le quali tutto sommato non erano responsabili della paventata distruzione di un intero pianeta; sia infine di sognare un mondo che segua pedissequamente questo o quel Leader, e dove libertà e democrazia siano lussi da mettere da parte in nome dell’Ideale della Sostenibilità.

La stessa IPCC (AR4 WG3 ch8 s8-5) segnala che combattere i cambiamenti climatici producendo carburante dalle piante, significa aumentare la sensibilita’ della fornitura energetica proprio ai cambiamenti climatici (in soldoni, se la benzina viene dall’etanolo, al fallimento del raccolto per siccità corrisponderebbe una penuria della benzina).

Uno potrebbe continuare…ma insomma, come fare ad avere alcuna fiducia nei “caschi verdi” se tutte ma proprio tutte le iniziative che li hanno preceduti non solo non hanno modificato niente riguardo i cambiamenti climatici, ma addirittura hanno peggiorato la situazione esistente a livello economico, sociale, politico ed ambientale??

Attenzione quindi…non sto cercando conseguenze positive dei cambiamenti climatici, o future, attese conseguenze positive delle azioni già intraprese o previste o auspicate nella lotta ai cambiamenti climatici.

Se qualcuno avesse notizia di conseguenze positive passate o presenti della lotta ai cambiamenti climatici. si faccia avanti. Grazie in anticipo.

Un minuto di silenzio in memoria delle capacita’ dialettiche di tale Bardi Ugo da Firenze, informato di arte quanto di clima, come si puo’ notare dall’improvvida attribuzione di un quadro a tal misterioso Weatherstone (invece di John William Waterhouse, che non e’ proprio un Carneade se uno si informa solo un po’)

A conferma delle prematura scomparsa di ogni traccia di ragionevolezza, il povero Ugo non e’ riuscito a correggersi nonostante gli sia stato inviato tempo fa il link al sito della Tate Gallery. Come “negazionista artistico” non e’ male.

E proprio da Firenze, poi.

Non capiro’ mai perche’ l’Oca/Sylvie Coyaud, quando si parla di riscaldamento globale, si trasforma immancabilmente in un uccellaccio feroce che preferisce attaccare le persone piuttosto che ricercare una verita’ quantunque scomoda. Ma tant’e’…questo blog sul “nonnetto rimbambito” Hal Lewis (recentemente dimessosi dalla American Physical Society per questioni, appunto, di riscaldamento globale) se non altro e’ notevole per essere una collezione di scorrettezze e dimenticanze se non peggio:

1. Il rimarcare l’eta’ di Hal Lewis (“pensionato 87enne“, “‘difficile dire anche questo e’ andato’ – Difficile? Alla custode non pare“, “La custode non sa se ‘e’ andato‘) e’ una vergognosa forma discriminatoria. Magari in Italia (e in Francia) a questo non ci si e’ ancora arrivati, ma nel Regno Unito e negli USA (e non solo) e’ ormai riconosciuto il problema che bollare una persona in base alla sua eta’ e’ analogo al bollarla in base al colore della pelle, al sesso, alla inclinazione sessuale, etc etc.

Basta sostituire quel “pensionato 87enne” con un “e’ gay” oppure “e’ una donna“, oppure “e’ nero” oppure “e’ Rom” o chissà’ cos’altro. L’odiosita’ del cercare di rendere rilevante una categorizzazione stereotipata salta subito all’occhio: si tratta evidentemente di un modo di relazionarsi al prossimo che non dovrebbe essere tollerato in un consesso civile, e quindi e’ questo un incredibile passo falso, da parte poi di chi come Sylvie non ha certo mai avuto peli sulla lingua nel denunciare per esempio le discriminazioni di cui sono ahimè vittima le donne a tutt’oggi in Italia.

2. In realtà’ l’eta’ di Lewis c’entra ma per altri motivi. Discriminazione per discriminazione, cerchiamo uno scienziato che sia anche una donna e avanti con l’eta’, e che abbia parlato del riscaldamento globale. E chi troviamo? Why, ecco a voi Joanne Simpson (lo so, ne’ ebrea ne’ nera, proveremo a discriminare di più’ la prossima volta).

Simpson/Carneade? Per tanti. Per altri, invece, la (appena scomparsa, purtroppo) prima donna a ricevere un PhD in meteorologia; a capo degli studi meteo della NASA, autrice di 190 articoli, premiata dalla American Meteorological Society con la medaglia più’ prestigiosa, discriminata per tanto tempo a causa della mancanza del cromosoma Y, etc etc (si veda Wikipedia).

Cosa ha fatto, la Dr Simpson alla veneranda eta’ di 85 anni nel 2008? La “pensionata“, di cui sicuramente la custode “non sa se ‘era andata’” ha detto: “Since I am no longer affiliated with any organization nor receive any funding, I can speak quite frankly…“.

Ecco allora qual’e’ il punto che accomuna la Simpson a Lewis: altro che l’Alzheimer incombente, si tratta dell’eta’ nel senso della libertà’ di poter parlare senza avere più’ una carriera da mantenere, una ricerca da voler vedere completata, una reputazione ancora da costruire, e magari un mutuo da pagare, un figlio all’università’, etc etc.

Fra l’altro, cos’ha detto la Dr Simpson quando ha deciso che poteva parlare francamente? Ha detto che le decisioni (politiche) vanno prese su informazioni incomplete, e a lei visto il rischio della insostenibilità’ andava bene seguire i consigli di Gore e dell’IPCC. Ha detto pero’ che come scienziata, rimaneva scettica. Ha detto anche di aver taciuto fino ad allora aspettando di avere qualcosa di positivo da contribuire, e che finalmente quel giorno era giunto: e che finalmente invece di basare tutto o quasi sui modelli del clima (dalla Simpson ritenuti “fragili“), le osservazioni di missioni spaziali come il satellite TRMM potevano essere usate per cercarvi dei trend, per esempio nelle precipitazioni tropicali, da comparare con quanto previsto dai modelli.

(e’ tutto disponibile al blog di Pielke Sr, 27 febbraio 2008)

3. Hal Lewis cita Eisenhower (“Penso che [il problema] sia il denaro, esattamente ciò su cui Eisenhower ha lanciato un monito circa mezzo secolo fa.“). Lo fa anche Sylvie (“D. Eisenhower parlava della corruzione praticata “dal complesso militaro-industriale” per il quale questo prof. Lewis lavorava.“), Ma ne e’ sicura? Il discorso di Eisenhower (fra l’altro, linkato nel blog “Oggi Scienza”!!) include queste parole, evidentemente sfuggite alla custode:

The prospect of domination of the nation’s scholars by Federal employment, project allocations, and the power of money is ever present and is gravely to be regarded.

Goal quindi per Lewis che da “pensionato 87enne” si vede che ha tempo di leggere per intero quello che cita.

4. Infine e’ con immenso dolore che leggo una giornalista associata in un modo o nell’altro a Repubblica lamentarsi di presunte “bufale” altrui senza mostrare problemi riguardo l’essere ospitata (con il blog dell’Oca) da una fabbrica di bufale Mah! Immagino che dovremo aspettare un’arzilla 85enne che dira’ “Comme je ne suis plus affiliée à aucune organisation ni je reçoit aucun financement, je peux parler tout à fait franchement …“)

E così’ arriviamo al risultato finale: Lewis 4 – Coyaud 0 (autorete di Sylvie, goal di Simpson, goal di Lewis, palla che rotola nella porta lasciata vuota dalla custode/portiere Coyaud andata a ramengo).

ps Sylvie: lo so benissimo che non te ne puoi rendere conto, ma quando mi chiedi su Climalteranti di spiegare perché’ il mio riferimento al genocidio, non puoi certo aspettarti che io ti risponda. Cioe’: io ti rispondo pure (c’ho già’ provato, cosa credi…), solo che loro poi mi censurano le risposte, e siamo punto e a capo. Per tua fortuna non devi subire queste angherie da quattro soldi, visto che sei considerata “una giusta” e quindi puoi dire, al contrario di me e tanti altri, quello che vuoi, senza tema di essere sommariamente cancellata.

Limes (ovviamente, ospitato da Repubblica dove non ne azzeccano mai una) casca per la solita tiritera sul cambiamento climatico come “minaccia alla sicurezza”. Ma quante volte si puo’ ripetere, questa stupidaggine colossale, prima che il giornalista medio smetta di cascarci?

Nel 1974 la CIA scriveva quello che il Pentagono scrive adesso. Solo che all’epoca, a preoccupare era il raffreddamento globale. Com’e’ mai possibile, stiamo ancora a ripeterci le stesse cose come se bastasse un fondale diverso per far credere che si tratti di una storia nuova…

Evidentemente troppo usa a frequentare l’ambiente di distributori di panzane come “La Repubblica”, l’Oca Sapiens/Sylvie Coyaud fantasizza su mie presunte allucinazioni visive, riguardo il fatto che Ugo Bardi/Effetto Cassandra stia focalizzando il suo blog un po’ troppo su un misero lettore e commentatore come me, invece che su argomenti piu’ degni.

Eppure basta un po’ di Google per raccogliere le esternazioni del Nostro riguardo il Vostro. Proviamoci:

Veramente, i negazionisti climatici si sono ridotti a battutine sceme tipo “non sapete leggere l’inglese”. Davvero squallido; il problema è che trovano sempre qualche fesso che gli da retta

Comunque, è vero che lo stile del commento dell’anonimo suona molto vicino a quello del classoico Tafano climatico, ovvero Morabito. Forse dovrei bloccare i commenti anonimi, ma per ora lasciamo perdere

Beh, senza offesa per i tafani in generale, sembra effettivamente che le loro competenze di inglese non siano gran che.”

Il 05 maggio 2010 alle 22:57, sembre Bardi scrive:

Comunque, questo tafano deve essere stato ibridato con un troll in qualche laboratorio…..

Bardi il 06 maggio 2010 alle 10:23:

I tafani, secondo me, sono bestie brutte e antipatiche che abbondano, per esempio, in vicinanza degli allevamenti di cammelli in Medio Oriente

c’è tutto uno spettro di gente che va dai negazionisti più rozzi, tipo quelli che scrivono “Ebreo” sotto le foto di Michael Mann a quelli che si presentano con aspetto soave e civilizzato; tipo, da noi, il tafano climatico

Beh, non mi aspettavo che i tafani avessero un senso dell’umorismo e questo commento me lo conferma

  • Blog di Bardi “Mentre noi chiacchieriamo“. Bardi mette un link a un mio commento, questa volta nel testo del blog (12 ottobre 2010):

“c’è ancora chi si gratta la testa su messaggi di posta elettronica vecchi di 10 anni”

Bardi commenta il 12 ottobre 2010 alle 18:54, rispondendo al mio invito a non dedicare il suo blog a discutere della mia persona:

Bravo Morabito, anche quando appari con il tuo vero nome ti comporti con l’intelligenza e la finezza di un vero tafano. Riesci a ronzare dando fastidio a tutti, senza mai dire qualcosa di concreto

Continua poi il 13 ottobre 2010 alle 22:19, quando faccio notare come pure l’Oca non possa esimersi dall’inserire commentini su di me:

Ci godi a pensare che tutti si occupino di te, vero? Beh, continua pure a ronzare, se ti diverti

Dulcis in fundo, di nuovo Bardi mi nomina in un altro commento, datata 14 ottobre 2010 alle 22:31:

Lo so che non sei Morabito; lui è troppo vanitoso per presentarsi sotto falso nome 🙂

Non penso di aver bisogno di prove ancora piu’ preponderanti, anche perche’ i tentativi miserandi di Bardi di spostare il discorso su di me piuttosto che rispondere alle mie critiche ai suoi ragionamenti quando campati in aria, quei tentativi capitano praticamente tutte le volte che mi permetto di scrivere quelle critiche: al punto da evocare reazioni al limite del pavloviano, come si vede nell’ultimo commento della serie. Comunque per essere chiaro al 1000%:

  1. Degli insultini vari con i quali il Bardi imbratta il suo blog nel vano tentativo di colpire un lettore e commentatore come me, non me ne potrebbe importare meno. Il suo blog e’ “casa sua” e se la puo’ lordare come gli pare.
  2. Non “godo a pensare che tutti si occupino” di me. Infatti, se cosi’ fosse sarei ancora commentatore fisso dall’Oca, dove appunto avevo invece notato con disappunto come l’autrice avesse cominciato a nominarmi due giorni ogni tre. E notato quello, me ne sono andato.
  3. Me ne sono andato anche dal blog di Fratus, il creazionista che alle mie obiezioni ha risposto ricamando analisi a distanza sulla mia coerenza religiosa e filosofica.
  4. Se pero’ l’Oca e il Fratus possono essere un caso, il fatto che capiti di nuovo con il Bardi e’ notevole, e da’ da pensare. Fa anche il paio con anni di esperienze a commentare in vari blog cambioclimatisti in inglese, dove guarda caso spesso le “risposte” alle mie domande sono tiritere di insulti e sedute di telepsicanalisi

Bardi faccia quello che vuole. Ma se fra tutte le cose che succedono al mondo, il suo focus deve essere il sottoscritto, insomma, e’ come se Cassandra avesse perduto tempo a criticare l’ultimo pescatore del regno di Priamo: una cosa oltre ogni senso del ridicolo.

Toles, ripreso da Ugo Bardi, evidentemente disegna lo Zio Sam, e quindi fa del sarcasmo sull’impasse politica americana. Purtroppo pero’ la pratica a livello mondiale fra chi invece del riscaldamento globale si preoccupa molto, e’ diventata ben altra…

In caso di riscaldamento globale:

1. Assicuratevi che tutti ma proprio tutti la pensino esattamente come voi fino all’ultima virgola

2. Fate in modo di crearvi il maggior numero di nemici possibile. Quando possibile, insultate pesantemente chi faccia domande di qualunque tipo.

3. Spaventate una gran quantita’ di persone dicendo che l’intera societa’ umana vada rivoluzionata completamente

4. Affidate la salvezza ad improbabili accordi internazionali basati sulla promessa di migliaia di miliardi di dollari, anche se accordi molto piu’ semplici per interventi molto meno costosi hanno continuato a fallire per decenni

5 Organizzate azioni dimostrative palesemente di facciata, e cercate di sensibilizzare tramite un balletto o la lettura pubblica di testi edificanti

6. Nascondete i dati scientifici a chi non abbia le amicizie giuste, in barba a tutte le leggi, a ogni regolamento e a tutta la tradizione scientifica precedente

7. Concentrate i vostri sforzi nell’assalto contro assurde cospirazioni su scala mondiale che coinvolgerebbero decine di migliaia se non milioni di persone al soldo della Exxon e dei fratelli Koch, come se la Shell, l’Eni e tutti i petrolieri europei fossero angeli del Paradiso

C’e’ un po’ di discussione riguardo un blog abbastanza ingenuo di Ugo Bardi (fa parte della mai troppo vituperabile serie dove divide il mondo in Buoni e Cattivi), blog dove si vuole passare per buona l’idea che dietro lo scetticismo climatico ci sia la mano cattivona di Big Oil. In particolare vi si puo’ leggere un allegro scambio di idee riguardo la traduzione in italiano dell’About del noto blog cambioclimatista RealClimate.

Pubblico (anche) qui un paio di precisazioni.

Ho scritto “RealClimate e’ stato messo in piedi da una ditta di public relations“. Infatti su RC, in tutta onesta’ ma facendo pieno uso delle sfumature e degli eufemismi tipici del mondo anglosassone ma che evidentemente sfuggono a chi non ci e’ abituato, parlano dello “INITIAL planning” (“pianificazione INIZIALE“, l’enfasi e’ mia).

Se poi qualcuno vuole credere su RC siano ospitati dallo “Science Communications Network” (“dedicated to encouraging environmental public health scientists and medical practitioners to contribute to public discussions about their work through the media“) senza che per mettere su il sito quell'”encouraging” abbia avuto alcuna importanza, e senza che abbiano fatto uso del fior fiore dei professionisti del PR ambientalista, insomma, a questa persona ho un Colosseo da vendere…

Senza SCN/EMS, e senza Fenton, RealClimate sarebbe un’altra cosa (un blog dei tanti che non fanno uso di professionisti del PR, come i miei). E quindi, come ho detto nel mio commento iniziale a Bardi, lamentarsi che nel discorso climatico siano coinvolte organizzazioni di PR, presentando poi il tutto come se il PR fosse solo quello di Big Oil, non mi sembra una cosa molto saggia.

Faccio anche notare come sia in corso la un po’ imbarazzante conferenza Heartland (da cui, come ripeto da anni, mi tengo ben lontano). Qualcuno sa dove sono questi maghi del PR, o quali risultati abbiano ottenuto? Ci sono star del cinema o della TV, o personaggi famosi per qualcos’altro che la loro viscontita’? (domanda)

Infine…sondaggio di questi giorni…il 41% dei britannici e’ scettico “integrale” (non pensano che il riscaldamento sia di origine antropica in nessun modo). Qualcuno conosce quali iniziative di PR di Big Oil o Big Coal abbiano ottenuto cotanto risultato? Anche perche’ io, che in UK ci vivo, non me ne sono accorto.

E se dietro lo stop ai voli si nascondesse il naufragio della politica a livello europeo, con la sua eccessiva fissazione riguardo l’uso di modelli al calcolatore?

E se passata la paura di origine antropogenica sulla influenza suina che uccide milioni di persone o forse no, passata la paura di origine antropogenica sulla nube vulcanica che fa cadere gli aerei come mosche o forse no, finalmente qualcuno aprisse gli occhi riguardo le limitazioni estreme della modellistica al calcolatore?

Chissa’. Per intanto premetto di essere perfettamente consapevole del rischio potenziale per un aeroplano che si trovi nelle condizioni e momento sbagliati a volare in una nube di origine vulcanica. Ma ci sono abbastanza indicazioni per mettere in dubbio la necessita’ anche remota di una reazione cosi’ scomposta come la chiusura del traffico aereo a livello quasi continentale.

Per esempio il famoso volo BA9 della British Airways che nel 1982 precipito’ quasi fino al suolo e fu miracolosamente riportato a Giakarta dai piloti, non era certo l’unico a passare di li’ in quei giorni. Riporta Wikipedia che lo spazio aereo intorno il vulcano Galunggung fu chiuso temporaneamente dopo l’incidente, riaperto giorni dopo e vietato permanentemente solo dopo un incidente simile a un volo Singapore Airlines ben 19 giorni dopo, il 13 luglio. Anzi, ci sono indicazioni che il primo “incontro” con le ceneri del Galunggung fosse avvenuto il 5 aprile.

In tre mesi insomma, solo due volte ci furono le “condizioni sbagliate” per il volo. Anche considerando la famosa eruzione del Pinatubo nel 1991, nonostante la nube risultante abbia viaggiato per 8mila chilometri fino alla costa orientale africana, comunque arreco’ danni a 20 aereoplani e nessuno di quelli grave come per il BA9.

Il pericolo esiste dunque, ma e’ insensato ingigantirlo. Anche a un recentissimo studio NASA, secondo il quale nubi vulcaniche praticamente invisibili e inavvertibili possono arrecare danni gravi a un aereomobile, si puo’ rispondere che se cosi’ davvero fosse, l’effetto delle ceneri si sarebbe notato da tempo nella manutenzione di migliaia di aereoplani.

Dove non puo’ la ragione, possono i soldi (perduti), e quindi adesso c’e’ molto scontento fra le linee aeree riguardo la decisione di tenere tutti a terra. La Lufthansa e associata Air Berlin hanno protestato ai giornali, e finanche Niki Lauda e’ passato dalla cautela al gridare allo scandalo dopo aver constatato che non e’ che la nube dello Eyjafjallajokull sia ovunque e dovunque in Europa.

D’altronde una volta scoperto che la base della chiusura e’ un modello al calcolatore fatto girare dal Met Office, il servizio meteo (privato) britannico protagonista recente di colossali gaffe ed errori di previsione, non e’ umanamente possibile evitare una buona dose di scetticismo.

Fra l’altro esiste un chiaro problema con le procedure. Cosa e’ successo nel 2010 di diverso p.es. dal 2004, quando il vulcano islandese Grímsvötn causo’ l’interruzione dei voli ma in un’area limitata, e solo qualche cautela sul Mare del Nord?

Le associazioni europee degli aereoporti e delle linee aeree hanno nel corso di domenica 18 aprile emesso un comunicato dove, appunto, si chiedono come mai un evento decisamente non fuori dal comune (di vulcani l’Islanda e’ piena e le eruzioni si susseguono senza molto riposo) e che altrove nel mondo avrebbe suscitato reazioni diverse, in Europa veda le restrizioni ingigantite oltre ogni limite.

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Concludendo con una nota di rammarico, c’e’ da segnalare (ma non linkare) vari siti che si compiacciono di quanto accaduto, perche’ per qualche giorno viene emessa un po’ meno CO2, e inoltre l’umanita’ si trova a soffrire invece di volare allegramente. Ai quali siti c’e’ da rispondere parafrasando il mitico Rambaldo Melandri, da Amici Miei Atto II: “per far compiacere uno come te, si fermano tutti i voli???

La Commissione Oxburgh ha oggi esonerato la CRU dal lato della onestà anche se non proprio dal lato scientifico. Riguardo lo IPCC invece…

Non possiamo evitare di notare come sia molto sorprendente che la ricerca in un settore che dipende così pesantemente dai metodi statistici non è stata effettuata in stretta collaborazione con statistici di professione

Verrebbe proprio da dire…per un dialogo corretto fra scienza e decisori politici: no alle analisi statistiche senza gli statistici!

Riporta inoltre la BBC:

La Commissione ha osservato che l’IPCC è stato una delle organizzazioni che ha “semplificato” i dati CRU che ha utilizzato nelle sue pubblicazioni. Ha detto che l’IPCC ha trascurato di sottolineare la discrepanza tra misurazioni dirette e tramite “proxy”, ad esempio i dati di crescita degli alberi spesso utilizzati per ricostruire variazioni di temperatura del passato.

E’ evidente che anche secondo l’opinione di un gruppo come quello di Oxburgh difficilmente classificabile come “scettico”, l’IPCC ha fallito completamente nel suo scopo di presentare al pubblico in maniera chiara quanto riportato dai ricercatori nella letteratura scientifica. Prendiamone dunque atto…

Non spegnero’ le luci per la “Ora della Terra“, detta anche “Earth Hour“.

Perche’?

Perche’ non voglio che questo accada:

(e se anche accadra’, saro’ io quello forzato fuori dalla sua casa, perche’ ancora luminosa)

Earth Hour? No, grazie

"Earth Hour"? No, thanks